Che differenza c’è tra Ei e REI?
Nel contesto della Protezione Antincendio Passiva, è essenziale comprendere in dettaglio il concetto di Resistenza al Fuoco, che si basa sui principi di stabilità strutturale, tenuta e isolamento, noti con l’acronimo REI. Questa classificazione si attiene strettamente alla normativa europea UNI EN 13501-2, che definisce le modalità di classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi costruttivi basandosi sui risultati delle prove di resistenza al fuoco.
La sigla REI
Nel 2007, un decreto ministeriale ha finalmente fornito una chiarificazione definitiva dell’acronimo R.E.I., che sta per Resistenza, Ermeticità, e Isolamento, i tre criteri fondamentali per valutare la classe di resistenza al fuoco di un elemento costruttivo.
Questo acronimo era già in uso dal DM del 30 novembre 1983, ma allora indicava semplicemente la durata (in minuti, seguita da un numero) durante la quale un elemento divisorio poteva resistere al fuoco.
Il problema principale era che ogni elemento, fisso o mobile, utilizzato per la compartimentazione, veniva classificato come R.E.I., senza distinzione sulla sua natura o funzione strutturale. Questo uso indiscriminato di R.E.I., quasi come un “marchio di fabbrica”, era comune nelle pratiche antincendio, dove spesso si scriveva in modo generico che “strutture e porte devono essere almeno R.E.I…” variando i minuti in base alla tipologia dell’ambiente da proteggere.
Tuttavia, con il DM del 16 febbraio 2007, si è giunti a una corretta interpretazione della “R” in R.E.I., passando da una definizione vaga – la capacità di un elemento costruttivo di mantenere la resistenza meccanica sotto l’effetto del fuoco – a una più precisa e chiara, ovvero la “capacità portante”, come indicato nell’allegato A del decreto, nei simboli e nelle classi. Inoltre, la tabella D.4 del decreto ha fornito i valori EI per le murature non portanti, che sono stati integrati successivamente dalla circolare ministeriale n.1968 del 15 febbraio 2008 con i valori REI per le pareti di muratura portante, confermando il “nuovo” significato della lettera R.
Differenza tra R.E.I e E.I
Quando si valuta una parete antincendio, emergono due terminologie: REI ed EI. La scelta tra le due dipende dalla funzione strutturale della parete. Una parete con funzione portante (ad esempio, una parete in calcestruzzo che sostiene un solaio) sarà classificata REI, assicurando non solo la tenuta ai fumi e l’isolamento termico, ma anche la capacità di sostenere carichi per un determinato periodo in caso di incendio. Invece, una parete non portante, come un muro divisorio, si qualifica come EI, garantendo tenuta ed isolamento termico, ma senza la necessità di sostenere carichi.
La classificazione REI o EI è accompagnata da un indice numerico (es. 10, 15, 20, 30, ecc.), che indica il tempo (in minuti) per cui l’elemento costruttivo può mantenere le sue proprietà di stabilità, ermeticità e isolamento termico. Per esempio, una parete o pilastro con una classificazione “R90” è certificata per mantenere la sua capacità portante per almeno 90 minuti durante un incendio.
In presenza di discontinuità in una parete portante, come fori per il passaggio di impianti tecnici, la protezione passiva antincendio interviene per ripristinare l’ermeticità “E” e l’isolamento termico “I”. Tuttavia, in questi casi non viene ripristinato il grado “R”. È quindi compito dello strutturista, prima di iniziare i lavori, valutare l’impatto di queste discontinuità sulla portata della parete e decidere le misure appropriate, come l’uso di vernici intumescenti o intonaci antifuoco, per garantire la sicurezza strutturale dell’elemento.
Differenza R.E.I – E.I: conclusione
In conclusione, la scelta tra classificazione REI o EI per una parete antincendio dipende dalla sua funzione strutturale. Le pareti portanti e separanti devono garantire sia la stabilità strutturale “R”, sia la tenuta “E” ai gas e fumi, sia l’isolamento termico “I”. Se la parete ha solo una funzione separante, si considereranno principalmente la tenuta e l’isolamento termico.